Aerei Nakajiama

Il diorama “NAKAJIMA SPIRIT” si ripropone di raffigurare tutti gli aerei da guerra (caccia puri) prodotti negli anni da Nakajima Aircraft Company (ora Subaru) per l’esercito imperiale giapponese. Altri mezzi Nakajima come ad esempio il B5N e l’A6M, quest’ultimo prodotto sotto licenza di Mitsubishi, sono stati prodotti per la marina e pertanto non sono stati inseriti nel contesto.
Da sinistra verso destra si possono ammirare il ki-27, prodotto in serie a partire dal 1938 nonché primo monoplano giapponese totalmente costruito in metallo a carrello fisso; il ki-43, forse il più famoso e prestante caccia prodotto dalla casa a partire dal 1941; il ki-44 (1942) dalle forme bombate e dalla tenuta alare ridotta per sfruttare al meglio il tipo di motore radiale montato e per ultimo, il ki-84 (1944) quadripala che rappresenta il culmine dell’ingegneria Nakajima e che superava in prestazioni i caccia americani ed inglesi.
Vengono raffigurati su pista danneggiata ma senza grado di usura a simboleggiare l’eternità dell’ingegno rispetto alla rovina della guerra. Eterno come i fiori che troveranno sempre il modo di farsi strada nella terra per raggiungere il Sole, sia esso Levante o oscurato.
Il Nakajima ki-27 è stata la riscossa dei giovani ed in particolare di Hideo Itokawa e Minoro Ota, ingegneri poco più che ventenni i quali, insieme al più esperto Tei Koyama, crearono il primissimo aereo sulla scena mondiale che, fatta eccezione per la concezione ormai superata del carrello fisso, potesse dirsi realmente moderno nonché il primo monoplano ad ala bassa dell’esercito Imperiale. Innovativo anche per l’abitacolo chiuso che prima di allora non aveva mai riguardato un progetto giapponese.
Benché essenzialmente si trattasse di un caccia dalle prestazioni non superlative, in mano a piloti ben addestrati diede ottimi risultati, anche in scontri con alcuni dei tipi più moderni a carrello retrattile. I ki-27 presero parte all’invasione della Birmania, della Malesia, delle Indie orientali olandesi e delle Filippine. Conclusero il loro impiego operativo nella difesa interna, come addestratori e come mezzi kamikaze.
Il modello è ICM Models in scala 1/72 e rappresenta un mezzo impiegato durante la guerra sino-giapponese nel 1939.
Il Nakajima ki-43 “Hayabusa” fu il sostituto diretto del ki-27 ed essendo considerato dagli esperti dell’Aeronautica Imperiale come un derivato del ki-27 ebbe strada spianata per l’approvazione. Il trio di tecnici che progettarono il modello precedente lavorarono integralmente anche allo sviluppo dell’Hayabusa e lo dotarono oltre che dell’abitacolo chiuso, anche di un impianto radio, carrello retrattile, elica a passo variabile ed ipersostentatori a spacco. Nonostante le difficoltà progettuali dovute all’avanzare della tecnologia bellica, le modifiche lo resero considerabile come il contraltare dello Zero. Fu il primo aereo del conflitto a soffrire drasticamente i problemi legati al fatto di essere un progetto troppo sofisticato e realizzato da menti ingegneristiche troppo all’avanguardia per le tecnologie dell’epoca. L’adattamento ne ridusse le prestazioni, la solidità della cella, la capacità e le prestazioni dell’armamento. Tuttavia la leggenda di questo aereo è scritta da un numero elevato di assi nipponici che si consacrarono su di esso.
Modello Hasegawa in scala 1/72 che rappresenta l’aereo dell’asso, sergente Anabuki di stanza presso il 50° Gruppo cacci a 3° Squadrone nel 1943.

Il Nakajima ki-44 “Shoki” fu il terzo progetto consecutivo realizzato da Tei koyama e Hideo Itokawa chiamati nuovamente in causa dall’esigenza dello Stato Maggiore di un caccia intercettore con velocità orizzontale e di salita superiori per ostacolare bombardieri veloci come quelli sovietici. Il team ingegneristico optò per dotare il mezzo del potentissimo Nakajima ha.109 radiale doppia stella a 14 cilindri prima d’ora utilizzato solo per i bombardieri. Nonostante l’enorme peso del propulsore e le difficoltà realizzative, l’aereo fu in grado di volare ad oltre 580 km/h a 4000 m. In seguito ad altre modifiche strutturali e di armamento, nonostante le mitragliatrici, che non raggiungevano neanche il 20 di calibro, superò il confronto col Kawasaki ki-61, storicamente considerato uno dei migliori caccia prodotti durante il conflitto. A causa della scarsa tenuta alare come superficie e carico aerodinamico riuscì solo in parte a difendere le coste giapponesi dai bombardieri americani in quanto si verificava una drastica perdita di stabilità alle quote di intercettazione rendendo questa manovra alla portata solo dei piloti più esperti e dotati. Ebbe tuttavia situazioni di superiorità schiacciante contro i caccia di scorta.
Il modello è Hasegawa in scala 1/72 e rappresenta l’aereo numero 32 del 47° gruppo caccia di stanza a Narimasu nel 1945.
Il Nakajima ki-84 “Hayate” fu commissionato come successore del ormai obsoleto Hayabusa. Neanche a dirlo, venne progettato da Tei koyama e Hideo Itokawa, anche se non tutte le fonti concordano sulla partecipazione di quest’ultimo.
Qui si iniziano a vedere i progressi scientifici nella motoristica dovuti allo sforzo bellico: il motore designato è un Nakajima Ha.45-21 radiale a 18 cilindri disposti su doppia stella 9 cilindri ciascuna; un motore neanche sviluppabile ai tempi del predecessore ki-43. Anche per il propulsore si comincia a vedere l’innovazione con un’elica quadripala metallica a velocità costante. Anche l’aerodinamica viene pregevolmente migliorata in quanto la velocità massima si aggira intorno ai 625 km/h a 6500 m nonostante l’altissimo peso dell’armamento comprendente due cannoni da 20 mm più due mitragliatrici da 12,7 mm con due bombe da 250 kg ciascuna e serbatoio ausiliario. Straordinaria anche la velocità in picchiata, ben 798 km/h. Fu infatti la sua alta stabilità a quote elevate, unità alla picchiata superiore a tutti i caccia dell’epoca a renderlo la punta di diamante dell’esercito giapponese. L’unico nemico veramente temibile per questo caccia rivoluzionario fu nuovamente l’essere troppo avanti rispetto alle tecnologie disponibili.
Concordato che i progettisti di questi mezzi erano dei visionari e probabilmente le più grandi menti tecniche applicate alla guerra del loro tempo, ogni appassionato può provare tristezza nel constatare che un simile genio possa essere stato limitato dai progressi tecnici, palesemente insufficienti, del tempo.
L’Hayate soffriva di problemi d’iniezione e spesso a causa di problemi idraulici atterrava su una ruota sola o direttamente senza. Problema che oggi verrebbe tranquillamente risolto con un banalissimo sistema idraulico presente anche nel più obsoleto dei centri di lavoro odierni.
Il modello è Hasegawa in scala 1/72 e raffigura il “caccia finale della grande Asia orientale” assegnato al 47° gruppo caccia, Primo squadrone di stanza a Narimasu nel 1945.

Passione e cultura del modellismo